Discussione sulle linee generali
Data: 
Lunedì, 16 Luglio, 2018
Nome: 
Camillo D'Alessandro

A.C. 804

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 29 maggio 2018, n. 55, recante ulteriori misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016

Grazie, Presidente. Tramite lei, mi consenta di rivolgermi al Governo con il totale disappunto. Qui non si tratta di qualche minuto di ritardo per iniziare una seduta d'Aula così importante. Qui, in realtà, si tratta di altro, si tratta di un totale inganno, che, purtroppo, viene consumato nei confronti di una parte della popolazione più colpita dalla crisi nella crisi, perché le popolazioni che vivono nei territori che noi, purtroppo, ci siamo abituati a definire “terremotati” hanno subito non solo dei grandi dolori, dei lutti, delle grandi tragedie umane, ma ciò che è messo in discussione in quei territori è il loro diritto al futuro. E quel diritto al futuro viene accompagnato da una presenza insostituibile, quasi che prende per mano quel disagio nel tempo dal giorno dell'accaduto ai giorni successivi, che è la presenza dello Stato.

Uno Stato che, come ha detto lo Stato in questi anni, ti dice “noi ci stiamo, c'è lo Stato”. Quelle popolazioni non solo una volta hanno dovuto alzare la voce, ma hanno trovato interlocuzione nello Stato per risolvere le piccole e grandi questioni, in una condizione di assoluta difficoltà, di assoluto disagio, dove voi per nulla avete cercato di entrare nel merito.

Avete dato con grande presunzione il nome “dignità” a un decreto. Oggi che nome dareste a questo decreto? Uno ve lo consiglio: è il decreto dell'inganno, varato dal Governo della bugia. L'inganno, quello che avete detto alle popolazioni terremotate, consumato nei confronti di coloro i quali vivono e non sentono parlare dei problemi, come facciamo noi. Qui ci sono dei colleghi che vivono in quelle aree.

Molti di voi parlano di quelle aree e non hanno mai vissuto quei problemi che vivono quei cittadini. Un tradimento, un atto di ostilità nei confronti, dicevo, di una popolazione che ha patito il dolore negli affetti personali, il dolore per la messa in discussione delle proprie cose. La prima cosa, la più importante, è la casa; casomai, quella lasciata in eredità, quella da lasciare in eredità.

Questa è gente che non ha mai mollato: ha lottato, ha pianto, ha protestato con dignità, la dignità di chi conosce il dolore. Si è rialzata, non si è fermata, perché dagli eventi del terremoto hanno visto, toccato con mano, sentito che c'era la possibilità di una interlocuzione. Del resto, il Governo è questo: a mio giudizio, il Governo è tale in natura se capace di stabilire un'agenda delle priorità, cosa viene prima e cosa viene dopo. E che cosa, secondo voi, dovrebbe venire prima di tutto il resto, se non occuparsi; e non approvare, collega, ordini del giorno! Approvatene a centinaia di ordini del giorno, poi rimetteteli nel cassetto, perché quella è un'offesa nell'offesa.

Le proroghe con gli ordini del giorno? Le proroghe si fanno con le norme! Gli stanziamenti con gli ordini del giorno? Gli stanziamenti si fanno scrivendo nella norma dove prendete i soldi per fare le cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Gli ordini del giorno, per vicende come quelle del terremoto, significa prendere in giro i cittadini, e, vi ripeto, una parte della cittadinanza più provata e ormai stanca, in difficoltà, e che aveva e ha avuto, grazie alla presenza anche del commissario alla ricostruzione, la possibilità di un'interlocuzione.

Voi avete mentito in quei territori, mentito in quei territori, a quelle popolazioni. Lo avete fatto nella loro terra, siete andati tra di loro, avete chiesto ed ottenuto generosi consensi. Ci sono anche rappresentanti eletti anche di forze politiche per la prima volta elette in quei territori. Mi riferisco allo stesso partito del relatore di maggioranza.

Eppure, in quelle rappresentanze di parlamentari di maggioranza eletti lì, come nelle peggiori militanze, ha prevalso e prevale l'alzare la mano dall'alzare la testa. Sì, dovrete tenerla bassa la testa per le cose che avete detto in un crescendo di promesse rilevatesi inganni, ai quali seguono imbarazzanti silenzi, quelli attuali, quelli di oggi.

Così si tuonava a L'Aquila, così si tuonava a L'Aquila qualche settimana fa. Oggi noi non dobbiamo pensare ad affibbiare le colpe; oggi dobbiamo risolvere un problema nei fatti, a partire dalla sospensione dei termini imposti dalla direttiva del commissario, sospensiva immediata dei termini. Noi la battaglia contro la restituzione dei tassi la faremo per il 2019 e andremo avanti mentre su questo si affermava di aver arruolato direttamente Salvini per vincere questa partita.

Queste sono le dichiarazioni non di sei mesi fa, non di sei anni fa, non di sessant'anni fa; queste sono le dichiarazioni di un parlamentare della Repubblica, componente di maggioranza, appartenente alla Lega Nord ed eletto in quella città. Avevate arruolato Salvini per approvare gli ordini del giorno o avevate arruolato Salvini per risolvere i problemi di quella città e di quei territori? Silenzio, silenzio vi è rimasto rispetto a quello che avevate detto sulla sospensione, sulla ricostruzione privata, sulle mancate misure per la ripresa economica.

Che c'entra quello che avete sostenuto in quest'Aula con i “no” che avete detto dopo che avevate rappresentato la possibilità di aprire una discussione nel merito alla Camera? Avete detto di no alla proroga della struttura commissariale: perché? Si può sapere perché avete detto di no ad un emendamento che proroga la struttura commissariale? E che cosa deve accadere dopo? Domani che cosa c'è dietro l'angolo? Non c'è la struttura commissariale; che c'è? Qual è l'idea che avete della ricostruzione? Quella che avevate scritto nella prima versione del contratto di governo del cambiamento, caro relatore, dove non c'era neanche una parola e poi, presi dalla protesta di quei territori, nella seconda versione del contratto di governo avete messo una parola, una frase talmente generica, come è talmente generico il provvedimento che avete assunto, senza affrontare una delle questioni. Che c'è se non c'è la struttura commissariale? Come fate ad accelerare le procedure, l'interlocuzione con enti locali, cittadini e imprese, se non c'è la struttura commissariale? Che c'è?

Avete detto di no all'esclusione dei limiti della spesa sotto ricorso per quanto riguarda la Protezione civile, anzi questo è stato dichiarato inammissibile; avete detto di no alla rappresentanza dei comuni nella cabina di regia; avete detto di no alle attività di monitoraggio degli aiuti; avete detto di no agli interventi di ricostruzione in aree interessate dai dissesti idrogeologici; avete detto di no all'indennità di suolo pubblico; avete detto di no all'ammissibilità del “sisma bonus”; avete detto di no alle pertinenze esterne; avete detto di no alla questione posta dall'onorevole Pezzopane sul DURC; avete detto di no sugli interventi per le immediate esigenze abitative; avete detto di no all'eliminazione del vincolo per l'acquisto degli immobili da parte degli enti locali; avete detto di no all'emendamento relativo alle semplificazioni amministrative; avete detto di no alla proposta di deroga normativa sui condomini misti; avete detto di no sui soggetti attuatori con riferimento alle università; avete detto di no sulla semplificazione dei lavori alla conferenza regionale; avete detto di no sulle norme che si occupavano e si preoccupavano per lo svolgimento degli anni scolastici; avete detto di no sugli interventi di ripresa economica; avete detto di no sugli interventi di proroga di mutui; avete detto di no sui permessi di licenze per gli amministratori in zona rossa; avete detto di no sul trattamento accessorio; avete detto di no su centinaia - circa 200 - emendamenti.

Dire di no su tutto significa che voi non siete entrati nel merito su nulla. Questo è il punto! Non siete entrati nel merito su nulla. Non avete recepito assolutamente quello che proveniva dal contributo propositivo, di merito, da parte dell'opposizione e neanche quello che veniva e derivava da tutti i soggetti che voi avete audito. Li avete auditi e li avete mandati a casa.

Non emerge da questo decreto quale idea avete voi - quale idea avete voi - della ricostruzione e su questo punto sono stati dichiarati inammissibili alcuni emendamenti in quanto non conformi direttamente - immagino - alla materia di cui tratta il decreto. E questa idea è la riprova e la prova provata che non avete idea di che cosa siano gli effetti di un terremoto in un territorio più vasto anche delle aree colpite dal terremoto. Quando c'è un evento del genere, come c'è stato in Abruzzo con la sua violenza ripetuta, il terremoto non riguarda solo le aree colpite dal terremoto: lo riguarda, per taluni effetti, con la programmazione e con gli interventi e, cioè, tutta la concentrazione dell'attenzione delle istituzioni, ma poi ha effetti anche sulla programmazione regionale. Secondo voi, è la stessa cosa programmare i trasporti su un territorio regionale dove una parte è stata colpita dal terremoto? Secondo voi, ha effetti fare una programmazione dei servizi pubblici locali su una parte del territorio della regione che è stata colpita dal terremoto oppure è la stessa cosa? E se in una regione, come, per esempio, nella mia regione, non è solo un territorio importante ad essere stato colpito ma anche la città capoluogo, secondo voi ha effetti o non ha effetti sulla programmazione regionale?

E noi vi abbiamo posto il tema dicendo che abbiamo fatto i compiti a casa nostra, in Abruzzo, perché, per esempio, se affronto il tema della sanità noi siamo stati la prima regione in Italia ad uscire dal commissariamento. Ci definivano, insieme ad altre quattro regioni, “regione canaglia”, ma noi siamo stati i primi ad uscire. E uscire dal commissariamento significa che tu adempi al dettato delle norme nazionali. Le norme nazionali servono a garantire gli standard sulla sicurezza e il raggiungimenti dei LEA, servono, cioè, a fare quello che devi fare a casa tua e a farlo bene. Lo abbiamo fatto e non ci siamo lamentati. Però, abbiamo sentito ogni giorno voi, i vostri partiti, in quei territori gridare perché la regione adeguava e si adeguava agli standard di qualità, di sicurezza e di eccellenza della sanità pubblica.

Certo, in Abruzzo avevamo e abbiamo un problema e voi, componenti di maggioranza, avete contribuito a generare quel problema, che è un problema molto complicato: è la percezione della sicurezza e della qualità della sanità della nostra regione in alcuni presidi ospedalieri. Presidente, esiste in regione Abruzzo un progetto di legge del MoVimento 5 Stelle che stabilisce di derogare alle norme nazionali, al famoso “decreto Lorenzin” con una legge regionale. Cioè, la legge regionale stabilisce o stabilirebbe, in Abruzzo, una deroga all'applicazione delle norme nazionali, cioè un fake clamoroso. Chiaramente, si tratta di una clava da usare sui territori per armare i cittadini, per dire che se quella norma viene approvata in regione si sospende il processo di riforma. Ma ora c'è un altro Governo e c'è un altro Ministro e consideriamo importante operare una riflessione in una regione che è in parte terremotata, i cui effetti, però, riguardano anche la programmazione della regione, in una regione - badate bene - dove noi abbiamo in corso, per esempio, il programma della nuova edilizia sanitaria.

Noi abbiamo posto un problema con gli emendamenti, perché nelle more della realizzazione della nuova edilizia sanitaria alcuni parametri nazionali vengono sospesi in modo tale che io la mia offerta sanitaria - l'offerta sanitaria regionale di un territorio colpito dal terremoto - l'adeguo sulla base dei nuovi interventi di edilizia, perché se c'è una nuova edilizia c'è una nuova offerta sanitaria, se io faccio un nuovo ospedale c'è una nuova offerta sanitaria, se io faccio un ospedale tra due ex ospedali esistenti c'è una nuova offerta sanitaria, ma se io non realizzo la nuova edilizia sanitaria non posso applicare in toto i parametri a livello nazionale che non si applicano, per esempio, in una regione come la nostra che ha quelle problematicità e non è una scorciatoia. Era un modo per ragionare, era un modo per guadagnare anche il tempo necessario per allineare la programmazione dell'edilizia con l'offerta sanitaria in una regione che non è uguale alle altre, perché le regioni che hanno subito il terremoto non sono uguali alle altre.

Sapete che cosa prevede il progetto di legge regionale dei 5 Stelle in Abruzzo? Esattamente questo: il rapporto tra terremoto e sospensione del decreto Lorenzin. È straordinario! Una norma regionale che possa derogare ad una norma nazionale, presentiamo qui una norma che deroga la norma nazionale sulla base di un rapporto di causa-effetto, cioè terremoto e programmazione sanitaria, terremoto ed edilizia sanitaria. O pensate che l'edilizia sanitaria non sia stata coinvolta in regione Abruzzo dagli eventi del terremoto? Avete detto non “no”: li avete dichiarati inammissibili, quando questa Camera ha un precedente. Con altri provvedimenti nella passata legislatura fu estesa proprio la sospensione del decreto Lorenzin ad un comune, ad un presidio ospedaliero. Noi siamo partiti dal precedente, Presidente: c'è un precedente che non avete rispettato, e li avete dichiarati inammissibili per non discutere. Ma lo sapete chi l'aveva presentato quell'emendamento, che voi avete dichiarato non discutibile? L'hanno scritto i sindaci, i sindaci di comuni che non riguardano il mio, il nostro raggruppamento politico, da destra a sinistra si sono riuniti e hanno scritto l'emendamento, e l'hanno mandato ai deputati abruzzesi: guarda caso tra tutti i deputati abruzzesi solo noi lo abbiamo recepito e l'abbiamo messo in discussione e presentato, perché deve rappresentare un precedente per tutte le regioni che sono colpite dal terremoto. Se c'è una difficoltà di attuare, perché legata ai tempi: l'edilizia sanitaria, la nuova edilizia sanitaria non si realizza in una settimana, in due settimane, in sei mesi. Nel mentre questo accade un ragionamento su una norma-ponte è possibile farlo o non è possibile farlo? Avete presentato una legge in Abruzzo che diceva esattamente questo; arriva a livello nazionale e non la fate neanche discutere?

Noi è chiaro che, non fidandoci di voi, abbiamo presentato gli stessi emendamenti in forma di legge: di legge, così non potete scappare dalla storia dell'ammissibilità e non ammissibilità. L'importante è che si sappia che una norma nazionale può essere derogata da una norma di pari rango, che una norma nazionale non può essere derogata da una norma regionale, perché altrimenti significa prendere in giro ancora una volta gli abruzzesi o i cittadini che chiedono, attraverso i sindaci, di aprire un dibattito che è stato aperto da voi, sui territori, siete stati voi a presentare una legge che presenta un rapporto di causa-effetto tra terremoto e riorganizzazione della salute, della sanità, dell'offerta sanitaria.

Noi ci siamo limitati ad organizzare una serie di proposte, tutte nel merito, tutte bocciate. Ma parlo non soltanto degli emendamenti presentati dal nostro gruppo, parlo degli emendamenti presentati da tutti i gruppi di opposizione: perché più o meno tutti i gruppi di opposizione hanno rappresentanti che derivano dai luoghi del dolore, da dove cioè sono accaduti i fatti. In alcuni casi con effetti più drammatici, in altri casi con effetti meno drammatici sulle persone, ma sulle cose sì. Noi in Abruzzo abbiamo messo insieme purtroppo tutti e due gli aspetti: sulle cose, e soprattutto sulle persone. E quel fatto ha cambiato la vita, la storia di quella regione, non solo di quelle popolazioni.

La storia di quelle regioni e della mia regione è cambiata, stravolta da quei fatti. Il fatto che non abbiate voluto neanche per un istante entrare nel merito delle questioni che vi hanno posto con assoluta dovizia di particolari, anche da un punto di vista tecnico, gli auditi, significa che voi non avete idea. E come ve ne volete uscire da quest'Aula? Con gli ordini del giorno. Con gli ordini del giorno approvati. Ma l'avete spiegato con i vostri tam-tam su Facebook che cosa sono gli ordini del giorno? Gli ordini del giorno sono un impegno declinato al futuro di una cosa che potevi fare oggi. E oggi non lo avete fatto non perché non avete tempo, non perché non avete la copertura finanziaria, non perché non conoscete la cosa, e in alcuni casi immagino che abbiate qualche problema a conoscere i meccanismi di Governo; e per fortuna avete ancora una struttura commissariale funzionante, per fortuna!, che lavora a prescindere, nel rispetto giusto delle istituzioni. Ma questa cosa, non si capisce perché voi non proroghiate la struttura commissariale.

Nella relazione del relatore, nelle cose dette e non dette dal Governo, non c'è una dichiarazione almeno di principio su che cosa accade dopo, cioè su qual è la vostra strategia sulle aree e sui territori colpiti dal terremoto. Non c'è una idea da parte di questa maggioranza che ha vinto le elezioni, anche grazie ai voti provenienti da quei territori, i quali territori si aspettavano… Più o meno che cosa? Avete detto lì che avreste velocizzato tutto. Come lo fate? Dove l'avete fatto? Dove lo avete scritto? Qual è la norma? Avete detto che avreste risolto i piccoli e i grandi problemi: in che modo lo avete fatto? Dove sta scritto? Con quale norma l'avete approvato? Qual è quello che avete approvato voi, qual è la farina del vostro sacco? Io vi ricordo che tutto quello che c'è è tutto ciò che avete ereditato dal lavoro congiunto dal precedente Governo e precedente commissario! Quindi voi che ci avete messo? Voi non è che non ci avete messo: avete tolto. La possibilità, cioè, di modificare, integrare, fare in modo che questo decreto-legge potesse essere corrispondente almeno un po' alle aspettative di comunità, di imprese, di famiglie, di cittadini, di giovani.

Vi volete porre il tema o no del fatto che tra breve ricomincerà un nuovo anno scolastico? È un tema per voi? La sicurezza delle scuole è un tema per voi? Perché poi dobbiamo leggere i vostri provvedimenti incrociati, in combinato disposto. Sì, in combinato disposto: se si elimina la struttura tecnica di missione che si occupava della scuola sicura, da un lato, e dall'altro non c'è una particolare attenzione nel provvedimento che riguarda le aree terremotate, quelle più sottoposte a rischio, io dove la rintraccio l'intenzione che voi avete, per esempio, sulla sicurezza dell'edilizia scolastica in generale e sull'edilizia scolastica in particolare?

Sui territori già colpiti e fragili, se voi eliminate la struttura tecnica che si occupava delle frane e degli smottamenti, a cui i comuni italiani indirizzavano i propri progetti definitivi cantierabili e sulla base di una graduatoria unica nazionale che metteva insieme il parametro RP, rischio e pericolo per le popolazioni, ne usciva una graduatoria; se io penso che quella roba l'avete eliminata e non dite come volete finanziare e quali progetti intendete attuare, quali sono le iniziative per esempio per i territori deboli, e io leggo il vostro decreto-legge sul terremoto dove le aree già sono deboli e nel mentre avete eliminato quella cosa, di qua non c'è scritto nulla, io devo per forza leggere in combinato disposto le iniziative che voi mettete in campo! Lo sanno i colleghi parlamentari di maggioranza che vengono dalla mia regione e dalle regioni terremotate, che sono state cancellate le due possibilità per finanziare le scuole e per mettere in sicurezza e per finanziare la tutela e la sicurezza dei suoli? In una regione terremotata? In una regione già soggetta ad alluvioni? La sapete questa cosa o no?  Per questo il decreto-legge cosiddetto terremoto, almeno per le aree terremotate, doveva avere un di più di valenza! Un di più di significato! Doveva cioè dire: cancelliamo queste cose che sono già previste, che erano previste, perché il sindaco del comune de L'Aquila domani ha la possibilità di accedere a questi nuovi fondi, per esempio per mettere in sicurezza ulteriormente le scuole, o per farne nascere di nuove. Dove va a vedere, il sindaco di L'Aquila, questa norma, relatore, dove la va a vedere, dove sta scritta? E i comuni che sono tanti, purtroppo, attraversati dal terremoto e che devono mettere in sicurezza strutture e suoli, dove vanno più, a che santi devono rivolgersi? Nel mentre fate tutto questo, bocciate l'emendamento che dice che la struttura commissariale non viene prorogata. Abbiate il buonsenso di venire in Aula e dire: non viene prorogata o sarà prorogata in un secondo momento; perché, nel frattempo, io posso pensare tutto, ho il dovere di pensare tutto in quest'Aula, ho il dovere di farmi la domanda e la risposta e porre il quesito al cittadino; nella peggiore delle ipotesi non siete d'accordo sul nome e il cognome da indicare come commissario e sarebbe la cosa più grave che possa accadere ad un governo del Paese che nel mentre litiga per sedie e sgabelli, non sa a chi affidare il tema delicato del commissario per la ricostruzione, io sono legittimato a pensarlo, però, poi, dico: non prorogano la struttura commissariale, probabilmente hanno in mente un'altra soluzione, dunque, quale?

Il silenzio è assordante e questo silenzio fa male; fa male, perché quando torniamo nei nostri territori ci sono sindaci di destra, di sinistra, civici - a cui delle forze politiche, perché lo fanno per missione, non interessa nulla - che hanno solo bisogno di capire qual è il quadro di riferimento delle norme in cui possono muoversi. Infatti, poi, sono loro che rischiano, ogni giorno, quando assumono un provvedimento, per esempio, all'inizio dell'anno scolastico; mica siamo noi, che pure dibattiamo in quest'Aula, che rispondiamo; sono loro che avete lasciato soli, sono loro che devono stabilire sulla programmazione, per esempio, della mobilità di territori deboli, dove passano i mezzi pubblici. Sono tutti problemi veri, reali che io conosco per l'esperienza vissuta in regione, dove le programmazioni sono state modificate anche in ragione della debolezza del suolo; la programmazione dei trasporti si modifica in ragione di dove devono passare e non possono più passare gli autobus, perché ci sono comuni isolati e se, poi, questi comuni isolati coincidono all'interno delle aree terremotate, mi spiegate perché una giovane coppia che ha un figlio che va a scuola dovrebbe decidere che il suo progetto di vita rimanga lì? La cosa più facile che fa è andarsene da lì e quando “lì” significa aree interne, mi rivolgo ai colleghi della Lega che hanno fatto sempre una grande battaglia sulle aree interne, quando il comune…

Concludo Presidente. Quando il comune terremotato coincide con l'area interna o, addirittura, una città o, addirittura, un capoluogo coincidono con l'area interna, che cosa devono fare le famiglie? Quello che voi le costringerete a fare, se non vedranno chiarezza: abbandonare quei territori. Per questo noi faremo battaglia e spero che sugli emendamenti, almeno in quest'Aula, abbiate il buonsenso, non di abbassare la testa, ma di alzarla e farla alzare alle popolazioni che hanno subito fin troppo il peso di fatti eccezionali che voi, in campagna elettorale, avete strumentalizzato e a cui, una volta arrivati qui, non date alcuna risposta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).